Opera 21 bis

Si tratta di un centro di resistenza tipo Circolare 200 costruito nella prima metà degli anni Trenta e armato con una mitragliatrice in casamatta di calcestruzzo. La struttura si trova nel grande roccione che sovrasta le Case Magauda, a circa 500 metri in linea d'aria dalla cappella di Madonna della Neve in località Ciaixe, pochi metri più in alto della strada, e aveva il compito di battere il vallone sottostante in direzione del Monte delle Fontane, incrociando il tiro con l'Opera 22 sita sull'altro versante.  L'opera si componeva di due blocchi, uno d'ingresso e uno d'arma, distanti da loro non più di una ventina di metri, che si collegavano con due scale quasi parallele al ricovero truppa sotterraneo. Attualmente a causa delle pesanti demolizioni del dopoguerra e della vegetazione infestante i blocchi sono difficilmente individuabili, nonostante la vicinanza alla strada.

L'accesso è possibile solo attraverso i ruderi del blocco d'armi, che sono mantenuti in posizione da alcuni tronchi di legno, in una situazione di oggettiva pericolosità dovuta al terreno friabile. Una lunga scala scende quindi al ricovero, superando un telaio di una porta stagna (la seconda è probabile che si trovasse sulla sommità distrutta della scala) e la nicchia che ospitava la latrina; sul camerone, che conserva le rastrelliere per i fucili, si aprivano invece i locali ventilazione e posto comando. Le ridotte dimensioni del locale ricovero e alcuni resti fanno pensare ad un presidio di circa dieci militari. Dal lato opposto del ricovero si stacca un cunicolo che, superato il vano del deposito acqua e il telaio di una porta stagna, risale con una scala fino all'andito a baionetta che precedeva il blocco d'ingresso. Proprio in quest'ultima parte il crollo completo della volta preclude l'uscita, anche se non è consigliabile risalire la scala per la gran quantità di terriccio franato dall'alto, che ha quasi sepolto i gradini creando uno scivolo naturale. Il blocco d'ingresso si componeva con ogni probabilità dell'andito d'accesso e del locale del gruppo elettrogeno, mentre è probabile che la difesa vicina fosse affidata ad una finestra garitta, tipica di queste opere di prima generazione. Poche decine di metri a nord rispetto all'Opera 21 bis si trova l'Opera 21, per cui era stato progettato un collegamento sotterraneo fra le due opere, mai attuato per mancanza di fondi. 

Testo e foto di Matteo Grosso